Introduzione ai sistemi di scrittura
Benvenuti a questa prima lezione di giapponese!
A differenza di molti altri siti o di molte grammatiche che preferiscono avviare gli studenti allo studio del giapponese tramite un'introduzione generale dell'intera lingua che poi, spesso e volentieri, viene del tutto sorvolata e dimenticata, ho preferito trattare fin da subito l'argomento che probabilmente più interessa coloro i quali si avvicinano per la prima volta allo studio di questa lingua: la scrittura. Io per prima ho cominciato desiderando informarmi esclusivamente riguardo il sistema di scrittura giapponese e solo in
seguito ho poi capito di voler proseguire con il resto degli argomenti...
Detto questo, cominciamo!
La scrittura giapponese non si basa come quelle occidentali su un unico alfabeto, ma su ben tre diversi sistemi di caratteri: gli 平仮名 hiragana, i 片仮名 katakana e i 漢字 kanji. Nel caso dei primi due trattasi di alfabeti fonetici simili al nostro, con l'unica differenza che mentre nell'Italiano, ad esempio, ad ogni simbolo grafico corrisponde un unico suono (fonema), nel Giapponese ogni grafema rappresenta una sillaba (unione di due fonemi), eccezion fatta per le singole vocali e per il fonema ん = /n/, unica consonante a trovarsi anche isolata.
Italiano: A = /a/ ; N = /n/ ; NA = /na/ Giapponese: あ = /a/ ; ん = /n/ ; な = /na/
Entrambi hiragana e katakana hanno origine più recente rispetto ai kanji, ed entrambi sono composti da 48 simboli grafici (da alcuni dei quali è possibile ottenere i corrispettivi sonori o sillabe cosiddette "complesse"). Ulteriori approfondimenti e differenze di scrittura e utilizzo di tali alfabeti verranno affrontati nella prossima lezione.
I kanji, d'altra parte, sono grafemi derivanti dagli ideogrammi cinesi aventi di per sé valore non fonetico, bensì semantico: ad ogni kanji corrisponde una parola avente un determinato significato. Ciò offre dunque l'opportunità di poter scrivere una stessa parola in due maniere differenti, utilizzando il corrispettivo kanji o, in alternativa, ricorrendo ai meno pratici ma più semplici hiragana, anche più facili da ricordare.
Anche l'utilizzo dei kanji nella lingua Giapponese riscontra tuttavia caratteristiche differenti rispetto a quello che se ne fa nella lingua Cinese, ma anche questo sarà un argomento che approfondiremo meglio in seguito.
A partire dal XV secolo, in seguito ai primi contatti con l'Occidente, è sorta inoltre l'esigenza di comunicare tramite l'introduzione di un sistema di trascrizione dei caratteri giapponesi in caratteri latini/occidentali, detti ローマ字 romaji.
ねこ(hiragana) [猫(kanji)] => NEKO(romaji) = GATTO
Il verso della scrittura è da destra verso sinistra seguendo colonne verticali, nonostante sia spesso utilizzata (soprattutto nel web, come anche in questo blog) la tipica direzione occidentale sinistra-destra orizzontale; non si è soliti, per concludere, inserire spazi tra una parola e l'altra.
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