Linguaggio onorifico
Il concetto di distinzione tra linguaggio formale (o cortese) e informale (piano), quasi assente nelle lingue occidentali, è invece argomento base del giapponese, tanto da rappresentare una delle difficoltà maggiori per coloro i quali non presentano ancora completa dimestichezza con la lingua. Il livello di familiarità che si ha con gli interlocutori, la formalità del contesto in cui ci si trova e tanti altri sono i punti che bisogna aver ben presenti al fine di esprimersi nella maniera più corretta e consona alla situazione: se dunque nelle lingue occidentali determinati accorgimenti (come ad esempio dare del "lei" in italiano) non sono altro che rari e semplici abbellimenti
utili a rendere il discorso più raffinato, nella lingua giapponese essi comportano l'utilizzo di costrutti o vere e proprie variazioni morfologico/linguistiche che è essenziale conoscere.
utili a rendere il discorso più raffinato, nella lingua giapponese essi comportano l'utilizzo di costrutti o vere e proprie variazioni morfologico/linguistiche che è essenziale conoscere.
Andando avanti con le lezioni, a cominciare già dalla prossima, si entrerà così sempre più nel dettaglio circa l'argomento in questione e le numerose e fondamentali alterazioni presenti nello studio dei verbi, dei pronomi ecc... che questo apporterà.
E' utile intanto sapere che esistono in realtà ben 3 diversi tipi di linguaggio che genericamente definiamo come "formale":
- Il 丁寧語 teineigo "linguaggio cortese" è il tipo di linguaggio che esprime semplice distacco e formalità tra due interlocutori; nel caso particolare dei verbi (tema che approfondiremo in seguito) si parla non di "linguaggio", bensì di "stile" (丁寧体 teineitai "stile cortese"). E' questo il tipo di linguaggio, insieme a quello informale/piano, che più si riscontra nel parlato quotidiano.
- Il 尊敬語 sonkeigo "linguaggio rispettoso" esprime più la deferenza e il rispetto che si hanno nei confronti di altre persone, ragion per cui deve essere sempre utilizzato solo ed esclusivamente alla seconda o terza persona e mai alla prima. Molto utilizzato nel mondo del lavoro.
- Il 謙譲語 kenjougo "linguaggio umile" viene invece usato alla prima persona per rimarcare un senso di modestia. Un esempio di distinzione tra sonkeigo e kenjougo lo si era già riscontrato nella lezione 6, riguardo il tema dei plurali (-gata linguaggio rispettoso e -domo linguaggio umile).
Tanto per ricapitolare, è bene in ogni caso farsi già da subito un'idea di quali siano i fattori contestuali che possono richiedere il ricorso ad un linguaggio piuttosto che ad un altro, e quale sia quello più adatto da utilizzare:
- Rapporti familiari: si utilizza un linguaggio informale con i propri parenti, amici, coniugi o compagni, più formale con gli estranei;
- Età: si utilizza un linguaggio informale con i propri coetanei o con i più giovani, più formale con i più anziani;
- Contesto lavorativo: si utilizza un linguaggio informale con i propri pari o sottoposti, più formale con i superiori;
- Sesso: a parità di età e contesto sociale si utilizza un linguaggio informale con persone dello stesso genere, più formale con il sesso opposto (nonostante in generale le donne tendano ad utilizzare sempre un registro più cortese);
- Circostanza generale.
Per quanto riguarda la lingua scritta il discorso è invece più semplice, in quanto si tende sempre ad utilizzare uno stile cortese.
Non è raro che agli inizi lo studente possa trovarsi in difficoltà circa il tipo di linguaggio da adoperare, in ogni caso si consiglia sempre l'uso di un parlato mediamente formale come il teineigo, in modo da non apparire mai troppo fuori luogo. Con il tempo si imparerà a familiarizzare anche con quest'importante aspetto della lingua giapponese.
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